La nascita di Gesù
A Natale noi celebriamo una nascita, la nascita di Gesù, del bambino divino, ma anche la nostra nascita. La nascita di un bambino da sempre è stata un mistero per gli esseri umani. La parola tedesca Geburt [nascita, parto] deriva da gebàren [partorire], che indica ‘portare, far nascere, dare al mondo’, ma anche ‘soffrire, sopportare’.
Alla parola Geburt [nascita, parto] sono legate anche Bahre [barella, feretro] e Bùrde [ca-* rico, peso]. Lo mostra già lo stesso linguaggio: la nascita e la morte si coappartengono. Nasciamo per morire. Morire significa anche rinascere. La nascita comporta un peso. Ce lo annuncia la Bibbia, quando Dio, nella cacciata dal paradiso terrestre, dice alla donna: «Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli» (Gen 3,16). Nelle prime raffigurazioni della nascita di Gesù, Maria è sempre spossata dai dolori.
La nascita di Gesù
Dal secolo xiv molte persone pie non riuscivano più a pensare che Maria avesse generato Gesù tra i dolori proprio come ogni altra donna. Così, un francescano, l’autore delle Meditationes Vi-tae Còristi [Meditazioni sulla vita di Cristo], scrive che Maria per il parto si era appoggiata ad una colonna e che il bimbo ha lasciato il ventre della madre senza dolore. S. Brigitta ha visto qualcosa di simile in una visione. E comprensibile che le persone abbiano legato alla nascita di Cristo anche la speranza che ci possa essere una nascita senza dolore, che Dio stesso possa cambiare il processo doloroso della nostra nascita.
Celebrazione della nascita di Gesù
Noi celebriamo nella nascita di Gesù il cammino della nostra nascita. Del nostro processo di nascita fanno parte anche la solitudine, l’estraneità, la notte, i dolori. Sempre quando in noi nasce qualcosa di nuovo, a tutta prima fa male. Vorremmo continuare a vivere come abbiamo fatto finora. Vorremmo trattenere il nuovo nel nostro corpo. Sentiamo che noi siamo pregni, che sta iniziando qualcosa di nuovo, ma abbiamo paura che il nuovo davveroirrompa.
Potrebbe non essere compreso. Potrebbe spartire il destino del bambino divino, per il quale non vi era posto alcuno negli ospizi. Non sappiamo come sia il nuovo. Sentiamo solamente che il vecchio non può continuare così come è ora.
Nello stesso tempo, però, nella nostra nascita si trova la promessa che tutto in noi si rinnoverà. Non siamo legati al passato, alle ferite e ai modelli di vita del passato. Nasce in noi vita nuova. Al momento della nascita è ancora tenera, ma si imporrà in noi piena di forza come il bimbo nella mangiatoia.
Il miracolo della nuova vita
Alcune donne vivono il parto in modo sereno, senza grossi dolori. La stessa esperienza talvolta la facciamo anche noi. Nasce qualcosa di nuovo in noi, senza che ne sentiamo dolore. E’ come un miracolo. Improvvisamente in noi è nato qualcosa di nuovo, senza che noi ci siamo accorti del processo della nascita.
La nascita significa che non dobbiamo fare tutto noi, che Dio stesso opera in noi qualcosa di nuovo. La Bibbia ci dice che noi dobbiamo sempre nascere di nuovo, che noi sperimenteremo lungo tutta la nostra vita i processi di nascita dolorosi e piacevoli, finché nella morte nasceremo per sempre in Dio. Gesù dice a Nicodemo: «Se uno non rinasce di nuovo, non può vedere il regno dei cieli» (Gv 3,3).
Senza rinascita siamo incapaci di diventare quelli che Dio ci ha chiamati ad essere. Senza rinascita non possiamo vedere il regno di Dio, non possiamo unirci a Dio, non possiamo giungere a noi stessi. Il regno di Dio significa che Dio regna in noi, che noi siamo liberi dal potere umano e siamo noi stessi.
Nel nostro cammino spirituale abbiamo sempre bisogno di una rinascita nella quale spezzare i vecchi modelli e diventa più chiara in noi la vera ed originaria immagine di Dio. Nella nascita non siamo ancora offuscati dalle immagini e dalle aspettative che gli altri ci rovesciano addosso. Noi siamo ancora l’immagine pura e originaria che Dio ha concepito in noi. Noi siamo ancora liberi di strutturare il futuro. La nostra vita è ancora di fronte a noi. Le strade non sono ancora state segnate. E’ come un paesaggio che è ricoperto di neve fresca. Siamo liberi di incidervi la nostra traccia più vera.
Il significato della nascita
I mistici parlano non solamente della continua nuova nascita come via per arrivare a noi stessi, ma anche della nascita di Dio nell’anima umana. A Natale celebriamo nella nascita di Gesù anche la nascita di Dio nel nostro cuore. Se Dio non nasce in noi, noi restiamo stranieri a noi stessi.
Angelus Silesius lo esprime in questo modo: «Se anche Cristo nascesse mille volte a Betlemme e non in te, saresti perso per l’eternità». Per Meister Eckhart la nascita di Dio si compie in questo modo: «Nell’intima profondità dell’anima, nel lumignolo della ragione, accade la nascita di Dio. In quanto di più puro, di più nobile e di più tenero l’anima ha da offrire, deve essere: avvolta in un profondo silenzio, una creatura non ha raggiunto ancora alcuna immagine».
In te vi è uno spazio di puro silenzio, che è intatto dal chiasso del mondo, intatto dai molti pensieri e dalle molte emozioni che sempre ci sopraffanno. Qui in silenzio Dio nascerà in te. Quando Dio nasce in te, tu entri in contatto con il tuo vero essere, con l’immagine intatta e non falsificata di Dio in te. Allora la tua vita diverrà veramente nuova, santa, bella. Allora in te vi sarà la fonte della vita, dalla quale puoi sempre attingere di nuovo.
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