La magia dei presepi napoletani. I presepi opulenti e pacifici della regione napoletana d’Italia sono noti per i loro ricchi colori. Queste bellissime decorazioni natalizie rappresentano uno stile di vita che è pieno sia di bellezza che di profonda introspezione su ciò che significa essere umani.
La tradizione iniziò secoli fa quando la gente voleva qualcosa di nuovo in contrasto con lo stile rococò della Francia durante questa stagione, così si stabilirono in disegni più semplici come quelli che si trovano oggi in tutta l’Europa meridionale: rossi contro basi di marmo bianco o sfondi strutturati come brocche di tormalina rosa piene di latte che evocano sentimenti oltre la felicità delle tavole di ringraziamento ma comunicano anche gratitudine verso il nostro Salvatore Cristo che ha dato la sua vita senza esitazione.
Il presepe nella cultura napoletana è una rappresentazione e una dedica alla pace. Loro danno valore alla famiglia sopra ogni altra cosa, così la nascita di Gesù diventa centralizzata intorno a questa idea con Maria al centro della scena come la maternità personificata mentre Giuseppe siede al suo fianco sostenendoli entrambi nella buona e nella cattiva sorte – proprio come una vera “coppia napoletana”.
Il presepe napoletano è una bella tradizione che esiste da secoli. Queste scene sono di solito più piccole di altri tipi, ma ancora catturano lo spirito della nascita di Cristo in molti dettagli con figure come Maria e Giuseppe, nonché animali come l’illuminazione del crepuscolo o la presentazione di doni al calar della notte.
La magia dei presepi napoletani è senza dubbio una cosa accattivante e bellissima. I colori, le luci, la musica… tutto è placato da questa celebrazione tradizionale in onore di uno degli eventi più importanti: La nascita di Cristo!
I primi presepi napoletani
I primi presepi napoletani furono realizzati nell’Italia del XIV secolo e consistevano in un’unica stanza piena di figure di legno a grandezza naturale.
Gli apparecchi di nascita per questo specifico tipo di scena includevano: balle di fieno come Gesù Cristo; un angelo in cima ad ogni collina che rappresentava Maria (madre); Giuseppe in basso in ginocchio.
La storia dei presepi napoletani inizia lontano da Napoli, a Greccio per la precisione. Secondo la tradizione San Francesco di ritorno a casa dopo un viaggio allestì un umile presepe con tre Marie e i loro neonati per i suoi compagni di viaggio la vigilia di Natale del 1223; tecnicamente non è considerato classico perché si limitò ad allestire solo delle capanne dove questi frati potessero infornare canti durante questo periodo di notte sacra che avrebbe preso vita secoli dopo in quelli che oggi conosciamo come “natali”.
I primi presepi risalgono al XIV secolo e sono caratterizzati da statue di legno piuttosto grandi, alcune quasi ad altezza naturale. Il più antico è considerato quello di Santa Chiara che lo usava come giaciglio per il suo bambino; la regina Sancha di Maiorca ne diede una replica in custodia quando visitò Roma nel 1212 d.C. – oggi rimane solo una scultura che si trova all’interno della Certosa di San Martino.
La Certosa di San Martino è un luogo prominente per i presepi a Napoli, e ha alcuni dei presepi più antichi che rimangono dai secoli passati. Uno di questi esempi si trova nella sezione presepiale di questa chiesa; una volta composta esclusivamente da 48 statue – solo due categorie sono più nuove di quelle esposte qui: profeti e sibille che non sono mai apparsi prima in nessun presepe francescano!
Degno di nota è anche il presepe che si trovava nella chiesa di San Giuseppe dei falegnami, realizzato da Giovanni da Nola. Per la prima volta la sacra famiglia è collocata sotto delle rovine invece di capanne o grotte che rappresentano il declino del paganesimo dopo la conversione e la crocifissione di Gesù al cristianesimo dove morì per i nostri peccati come prescritto dalla legge ebraica (Vecchio Testamento). Questo nuovo design architettonico religioso divenne popolare in tutta Italia durante la Controriforma, quando le chiese cercavano di riguadagnare il potere perduto dagli Altari che li volevano fuori dalla commissione perché sentivano che toglievano alla gente la devozione verso Maria, la dea della maternità.
I simboli dei presepi napoletani
I colori, i simboli e le immagini di un presepe tradizionale napoletano sono belli da vedere. Questo tipo di Natività presenta i Magi che cavalcano i loro cammelli attraverso pile su pile di regali intorno alla mangiatoia di Betlemme piena di animali che simboleggiano la fertilità per tutta l’umanità; Re che rappresentano Cristo che porta il suo regale splendore sulla terra come se non fosse mai stato macchiato dal peccato – qui rappresentato come monete d’oro avvolte strette in modo che possano essere pesate l’una contro l’altra nel giorno della Resurrezione.
Gli elementi dei presepi napoletani sono divisi in due sezioni. La prima è un’immagine o una scena che rappresenta la nascita di Gesù Cristo, tra cui Maria con le braccia tese davanti per rappresentare la fedeltà a se stessa per tutta la vita; Giuseppe che canta le lodi di aver ritrovato sua moglie dopo sette anni dal loro ultimo incontro a Betlemme dove lei gli diede la notizia di quanto avrebbero avuto figli insieme che era bello perché lui non sapeva nulla in anticipo anche se ora sapendo tutto si avvererà tra non molto.
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