La teologia del Natale. Crediamo si possa riflettere il significato teologico di questo “sole che sorge” (cf. Le 1, 78), di questo Messia che il concilio Vaticano II, riprendendo il profeta, chiama proprio «luce delle genti» (Lumen gentium, n. 1; cf. Is 49, 6). In profondità, s’intende il senso teologico dell’inizio, di una nascita sempre misteriosa, come emerge dagli stessi racconti evangelici.
La teologia del Natale
La genealogia di Mt 1,1-17, che contiene di fatto il nucleo centrale della teologia dei due Testamenti. In questi si può scorgere uno schema ternario, “adombrante il mistero della S. Trinità” (J. G. Ha-mann), è una stupenda pagina cristologica, che presenta Gesù come il Messia atteso. Il suo nome apre e chiude il brano, come causa sorgiva e meta finale di tutta la storia d’Israele.
La teologia del Natale: il significato
La genealogia si presenta come una danza di nomi al ritmo della storia. Le generazioni si susseguono e scandiscono gli anni e i secoli, eventi gloriosi e tristi s’intrecciano, figure illustri e meschine si alternano, uomini e donne, la vita sembra scorrere dimentica del passato e ignara del futuro, eppure tutto riprende senso e valore quando l’Evangelista compendia la storia tracciando un diagramma così nitido e preciso che soltanto la mano di Dio può aver designato.
La teologia del Natale
Gesù arriva nella famiglia umana preparato e atteso da tutti coloro che lo hanno preceduto, perché tutti, a loro modo, nel bene e nel male, hanno contribuito a far fluire il tempo verso il suo approdo. Matteo aiuta a leggere in profondità, in quella lunga serie di nomi, gli avvenimenti, causati dagli uomni, ma determinati da Dio: tutto è condotto verso la meta: Gesù Cristo.
L’avvento di Cristo e la teologia del Natale
Con l’inserimento del figlio di Abramo, di Davide e di Maria nella storia, si scorge la presenza dello Spirito Santo che prepara la ‘comprensione’ del Figlio di Dio, vertice teologico di tutto il Vangelo. Con Maria di Nazaret, l’inserimento di Gesù nella storia umana è totale e definitivo (a ritroso -da Gesù si risale a Adamo – e più universalistica, ma sostanzialmente convergente, la lista genealogica di Le 3,23-38, che intende mostrare il collegamento “fra il primo Adamo e l’ultimo”: [Leone Magno] e sottolineare che l’Amore originante è più importante e forte del peccato originale).
La teologia del Natale
Questa genealogia vuol dirci che la storia di Gesù è popolata di peccatori e di santi, è scritta su righe storte e righe dritte, è un’espressione coerente di teologia della grazia e anche un incoraggiamento, dato che la grazia di Dio può operare anche con persone come noi.
Dopo Gesù: la teologia del Natale
La storia, dopo Gesù, non sembra più avere genealogia; in realtà, nasce con lui una nuova umanità, quella appunto che proviene dal Figlio di Dio, che è altresì figlio di Abramo, figlio di Davide, figlio di Maria.
Anche la pericope lucana (cf. 2,1-7.8-20), pur nella sobrietà dell’esposizione e nel condizionamento letterario-midrashico, lascia trasparire l’intento teologico/antropologico dell’autore.
Nonostante tutti i tentativi di «sottovalutazione» (R. Laurentin) di questi ‘Vangeli’, nonostante tutte le interpretazioni ‘mitizzanti’ che sono state fatte dei ‘Vangeli dell’infanzia’, si tratta di testi che, in realtà, sono restii al travestimento mitologico (di tipo greco e di tipo induista ‘avatam ) e all’indottrinamento teologico, ponendosi, nella loro esemplare semplicità, nella linea delle limpide narrazioni evangeliche.
Le interpretazioni delle sacre scritture
Come è già stato sottolineato, qui gli Evangelisti non stanno tanto interpretando le Scritture per spiegare Gesù, quanto interpretano Gesù che getta luce sulle Scritture (mentre prima la Scrittura era la misura dell’evento, ora Cristo è la misura della Scrittura).
Dentro questi testi sta la ‘storia vera’ di Gesù (bisognerebbe stravolgere lo scritto di Luca per privare di verismo l’espressione: Maria ‘partorì’ il figlio). Ora, a propiziare l’incontro dell’uomo moderno con quelle narrazioni provvede lo stesso orizzonte mentale dell’attualità, quello “in cui all’uomo è richiesto di assumere intere le proprie responsabilità”. Un incontro profondamente storico, giacché “il Dio fatto uomo è, esemplarmente, la più storicizzata delle idee”(P. Piovani).
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